Università, affari e repressione

Startup. La parolina magica del nuovo capitalismo nella sua versione hipster-alternative-pop-futurist. In realtà il concetto di start up è vecchio. In linguaggio economico una start up è qualunque azienda non fondata che si presenta in cerca di finanziatori o di potenziali acquirenti. Il piano di start up è un prospetto che evidenzia determinati costi tipici dell’avvio di un’impresa, quando a costi certi si contrappongono ricavi incerti, e il capitale di partenza che si intende investire nell’impresa. Niente di magico e di straordinario quindi. Se non fosse per la legge italiana del 2012 detta “Crescita 2.0” che istituisce la figura della start up innovativa, alias azienda anche in forma cooperativa non ancora totalmente avviata. Se non fossero nate altre aziende legate esclusivamente alle startup come acceleratori e incubatori. Se l’atto stesso di mettere una start up sulla linea di partenza non sia la sintesi di quei giovini che intraprendono soggetti della nuova etica capitalista.

Questa definizione generica si innesta alla cultura maker, quella del cosiddetto “artigianato digitale”. Realizzazione di progetti legati al mondo digitale, sviluppati in maniera artigianale, a basso costo e possibilmente con licenza libera. Configurandosi come una vera e propria controcultura, vorrebbe in teoria sviluppare una “rivoluzione industriale dal basso”, con innovazioni tecnologiche ripetibili da tutti a beneficio della società. Nella pratica, vivendo in una società mercantile, se vuoi vivere di ciò devi avere un ritorno di capitale che ti permetta di campare decentemente. Ergo devi mettere in piedi una startup. E così arriviamo alle MakerFaire. Grossi eventi organizzati come raduni di “artigiani digitali” per mostrarsi al pubblico, e in modo molto più materiali per trovare finanziatori o acquirenti di possibili startup legate al maker. E così arriviamo a MakerFaire Roma. Dal sito ufficiale “Maker Faire è il più importante spettacolo dell’innovazione al mondo – un evento family-friendly ricco di invenzioni, creatività e inventiva, e una celebrazione della cultura e del movimento #makers. È il luogo dove maker e appassionati di ogni età e background si incontrano per presentare i propri progetti e condividere le proprie conoscenze e scoperte.Maker Faire ha vantato 131 eventi nel solo 2014, ed ha raggiunto oltre 1.5 milioni di visitatori complessivamente, sin dal suo lancio a San Mateo, in California nel 2006, neanche un anno dopo la pubblicazione del primo numero di “Make: Magazine“, la rivista di riferimento per tutti i #makers, nel 2005. La 9° edizione della Maker Faire Bay Area ha accolto oltre 110 makers ed oltre 130.000 visitatori . World Maker Faire New York, l’altro evento chiave, è cresciuto in quattro anni fino ad ospitare oltre 600 maker e ad accogliere oltre 75,000 visitatori.Detroit, Kansas City, Atlanta, Milwaukee, Orlando, Rome, Paris, Hannover, Berlin, Trondheim, Oslo, Newcastle (UK), Tokyo Singapore, Taipei, e Shenzhen ospitano altri gli altri eventi di alto profilo, mentre oltre 120 Mini Maker Faire – eventi indipendenti – sono curate da community locali in tutto il mondo, e ispirano e motivano ad innovare le comunità che aggregano intorno a se’. Maker Faire Rome è l’edizione europea di Maker Faire. Con oltre 600 invenzioni in mostra nel 2014 e 90 mila visitatori, la Maker Faire Rome è la più grande esposizione al mondo dopo le americane “Area Bay” e “New York”. Quest’anno, dopo il successo delle edizioni 2013 e 2014, sono attese centinaia di invenzioni e attrazioni da 65 nazioni. In programma: live performance, panel, workshop, seminari, conferenze e molte sorprese soprattutto per i più piccini ai quali sarà riservata una speciale Area Kids ancora più grande e ricca di attività rispetto alle precedenti edizioni.

Maker Faire Rome – The European Edition è organizzata da Asset Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma la cui la mission è mettere la città di Roma al centro del dibattito sull’innovazione, attraverso la diffusione della cultura digitale e lo sviluppo dell’imprenditorialità individuale e collettiva, propria del DNA del movimento dei Makers. La Maker Faire 2015 si svolgerà dal 16 al 18 ottobre 2015 a “La Sapienza” Università di Roma che diventerà, per l’occasione, una vera e propria “città del futuro”È una fiera che unisce scienza, fantascienza, tecnologia divertimento e business e dà vita a qualcosa di completamente nuovo. Maker Faire è una manifestazione nata per soddisfare un pubblico di curiosi di tutte le età che vuole conoscere da vicino e sperimentare le invenzioni create dai makers, invenzioni che nascono dalla voglia di risolvere piccoli e grandi problemi della vita di tutti i giorni. Maker Faire è un evento pensato per accendere i riflettori su centinaia di progetti provenienti da tutto il mondo in grado di catapultare i visitatori nel futuro. Non solo una fiera per addetti ai lavori. Alla Maker Faire, infatti, si possono trovare invenzioni in campo scientifico e tecnologico (dalle stampanti 3D ai wearables, passando per droni, robot e il digital manifacturing) ma anche nuove forme di arte, spettacolo, artigianato, sperimentazioni sul cibo e attrazioni mai viste prima. Le parole d’ordine della Maker Faire sono: incontro, confronto, formazione, divertimento e interazione. Il pubblico può sperimentare e provare a giocare con queste nuove invenzioni e l’innovazione diventa alla portata di tutti attraverso percorsi esperienziali in cui i visitatori sono parte integrante della fiera stessa. È un evento per famiglie in cui sia i bambini che gli adulti vengono coinvolti in centinaia di divertenti attività educative e dimostrative. Un modo per imparare a costruire il proprio smartphone, i propri giocattoli, “stampare in 3d” scarpe, gioielli, borse e perfino ravioli commestibili o anche scoprire come rendere domotica la propria casa con pochi e semplici accorgimenti. Sono attesi oltre 600 espositori maker insieme a PMI innovative, scuole e Fab Labs che presenteranno progetti nei seguenti settori: 3D printing, 3D scanning, Arduino, Art, Artisans & New Craft, Biology, Cultural Heritage, Drones, Education, Energy & Sustainability, Fabrication, Fashion & Wearables, Food & Agriculture, Games, Hacks, Home Automation, Internet of Things, Kids & Education, Music & Sound, Open Source, Recycling & Upcycling, Robotics, Science, Steam Punk, Wellness & Healthcare, Educational, Workshops, Hackathon, Live Talk, Attrazioni Spettacolari. Confermata per l’edizione 2015 una speciale Area espositiva dedicata ai progetti dei ragazzi degli Istituti Tecnici e Professionali provenienti da tutta Italia. Cos’è Make: Magazine. Dal lancio di Make: Magazine nel 2005, seguito poi da quello del format Maker Faire nel 2006, il movimento #maker internazionale sta trasformando radicalmente i sistemi dell’innovazione, della cultura, della formazione. Primo magazine interamente dedicato al Do-It-Yourself, il “fai da te” di progetti tecnologici, Make: Magazine unisce, ispira, informa, e intrattiene una comunità sempre più numerosa di appassionati che condividono idee e progetti e li sviluppano nel privato dei propri garage o nei loro giardini. I progetti di Make: Magazine mostrano ai maker, qualsiasi la loro specialità, come realizzare il massimo dai materiali disponibili a basso costo, da componenti elettronici di base a tecnologie più complesse come quelle proprie della stampa 3D e della saldatura. Pubblicata fin dal febbraio 2005, Make: Magazine è bimestrale, e disponibile in versione cartacea, digitale e per iPad. Maker Media è una piattaforma globale che connette i maker tra di loro, e con prodotti, servizi e partner. Attraverso i canali media, gli eventi e l’ecommerce, Maker Media supporta llo sviluppo della comunità di maker che trasforma il “fai da te” in tecnologia. Che siano semplici appassionati o professionisti navigati, i maker sono creativi, pieni di risorse e curiosi, capaci di sviluppare progetti che ne dimostrino l’abilità ad interagire con il mondo che li circonda. Dalla sede di Sebastopol, in California, Maker Media pubblica Make: Magazine e produce Maker Faire. Maker Media sviluppa anche “Starter kit” e pubblicazioni vendute nei suoi negozi “Maker Shed” ed attraverso una rete di distributori. La seconda edizione di Maker Faire Rome (2014) si è conclusa con l’eco di 90.000 persone che hanno guardato e toccato con mano più di 600 invenzioni. Ben 360 i workshop realizzati per i più piccoli in un’area di 2000mq, popolata da 15.000 “kids”. Nel 2014 alla Call4Makers sono arrivati progetti, talk e workshop da 33 nazioni: Italia, Francia, Portogallo, Regno Unito, Germania, India, Belgio, Giappone, Cina, Svizzera, Svezia, Paesi Bassi, Canada, Taiwan, Colombia, Stati Uniti, Irlanda, Spagna, Serbia, Brasile, Bielorussia, Danimarca, Croazia, Polonia, Egitto, Messico, Singapore, Turchia, Marocco, Guatemala, Repubblica Ceca, Australia e Grecia.” Tante belle parole. Tutto bene ? No. Perchè i finanziatori sono i soliti noti, dai capisaldi del capitalismo italico alle grosse corporations dell’informatica e del web che vanno a caccia di oggetti da produrre in serie a basso costo, o da far produrre ad altri finanziandoli, magari acquisendo i brevetti, avendo le startup un tasso di fallimento che sfiora il 90 %. Perchè l’evento è stato ospitato dentro una università pubblica, senza nessuna consultazione con i soggetti che l’università la vivono, senza ingresso gratuito, con messa in ferie forzata dei dipendenti e chiusura di uffici e biblioteche. Perchè agli studenti che protestavano contro questa situazione si è risposto prima col rettorato blindato, poi il 16, quando chiedevano alla governance della Sapienza l’ingresso gratuito, con cariche, manganellate, idranti e cinque arresti, poi domiciliari e poi non convalidati. Benvenuti nella gestione Gabrielli dell’ordine pubblico in periodo di Giubileo. Nessun corteo nel centro storico che non sia di partiti o sindacati confederali, come ai tempi di Cossiga. Cortei superblindati e ingiunzioni al dissenso minimo o inesistente. Anche in eventi finalizzati alla pura accumulazione di capitale. O ci stai e fai correre più veloce la locomotiva, o vieni buttato giù.

ALG

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